Essere Donna in un Mondo fatto per Uomini

 Quello che sto per dire, potrebbe non suonare come la scoperta del secolo. Questo mondo non è fatto per le donne. E ogni donna esistente lo ha capito dall'età di otto anni, se non prima, imparandolo sulla propria pelle. 

Che il mondo non fosse stato creato per le donne, lo abbiamo capito anche da chi ha creato il mondo. Ipotizzando che Dio abbia davvero creato tutto questo, l'immaginario comune di Dio è sempre rappresentato da un uomo, nonostante ci abbiamo insegnato che Dio non ha un volto, ma nessuno (o pochissime persone) si è mai immaginato Dio come donna. Figuriamoci se una donna sia in grado di creare tutto questo. La donna sa fare mille cose alla volta, ma solo se rimane tra le mura domestiche, non può essere che possa creare il mondo in sei giorni. Troppa gloria. 
Un mondo scritto da uomini per gli uomini.

Che il mondo non fosse stato creato per le donne lo abbiamo capito quando dall'alba dei tempi ci dicono che il nostro compito è stare a casa a cucinare, ma i grandi chef sono uomini, così come i grandi stilisti. Insomma la donna deve saper cucinare e cucire ma solo se lo fa dentro casa, se si tratta di avere successo con le mansioni che è tenuta ad avere, allora quello lo devono fare gli uomini. 

Che il mondo fosse stato creato per gli uomini lo abbiamo capito quando studiando i libri di storia le uniche citazione di donne erano semplicemente le moglie o le amanti di questo imperatore o quell'altro re. Donne che hanno fatto la storia ce ne sono tantissime. Donne che hanno fatto scoperte scientifiche di cui gli uomini si sono presi i meriti scrivendolo poi nei libri, dando così ai bambini maschi la possibilità di sognare di poter essere chiunque e a noi femmine solo le mogli di. Che equivale a nessuna possibilità.

Perché fin da piccole ci insegnano a comportarci bene. A essere carine e graziose. A non sporcarci, a non essere maleducate, a non essere troppo rumorose, a sorridere, a stare sedute composte. Al contrario ai bambini maschi viene spesso insegnato ad essere avventurosi, a esultare in modo esagerato quando guardano uno sport e si ride quando ruttano in pubblico, fanno le puzzette o sono totalmente irrequieti. 

E soprattutto ci viene insegnato fin dall'età di 6 anni (età in cui si è considerate già abbastanza grandi) ad accudire la casa, a pulire, ad apparecchiare la tavola. Mentre ai bambini maschi cosa viene insegnato? Beh che alle cene di Natale mentre la mamma, la nonna, la sorella, la zia cucinano, puliscono e servono tutti, i maschi possono fare la pennichella sul divano o urlare davanti alla tv quando la squadra avversaria segna un gol. 

Essere donna in un mondo per uomini vuol dire dover sottostare, anche implicitamente e inconsapevolmente, a una serie di regole che si sono affermate negli anni e che ci dicono come dobbiamo essere e cosa dobbiamo fare: essere belle, essere magre, eleganti, sempre sorridenti e gentili, dobbiamo apparire femminile, mostrare le curve, ma non essere volgari, perfettamente depilate e con le unghie smaltate. Lo stesso mondo di uomini che vuole stabilire le decisioni sul nostro corpo, come vestirci per attirare e provocare il loro sguardo, sempre con eleganza e femminilità. E sono sempre gli uomini ad essere ossessionati dall'idea del bodycount e della purezza di una ragazza e anche dal suo diritto di scegliere se essere madre oppure no, se abortire o no.

Essere donna in un mondo per uomini significa avere meno opportunità lavorative e meno opportunità di essere leader e governare. Significa vedere il tuo capo sbraitare e urlare in mezzo all'ufficio e considerarlo la normalità, ma se lo facesse una donna verrebbe subito additata come irascibile, emotiva o le verrebbe chiesto se ha le sue cose. E se il capo ti trova bella allora ti farà anche l'onore di parlare con te e rivolgerti addirittura lo sguardo mentre stai parlando durante una riunione. 
E quando finalmente dopo 70 anni di storia al governo c'è una donna, invece di lottare per un mondo migliore e di parità, si fa chiamare con l'appellativo di "Il Presidente" come a voler sottolineare ancora una volta quanto il potere maschile sia più forte per essere riconosciuti importi. E anche se governa una donna, non si può dire una vera vittoria, perché il pensiero politico che sta dietro è chiaramente quello dominante maschile. 

Essere donna in un mondo per uomini significa sentire continuamente battute sessiste e a sfondo sessuale, al lavoro, a casa, in qualsiasi luogo pubblico. Pessime battute sul nostro corpo, battute come "hai già avuto il diritto di votare cosa vuoi di più?" e commenti come "stai zitta" seguiti da una serie di risate complici. Battute che una volta potevano far ridere, ma ora non più. Perché siamo semplicemente stanche di vedere i nostri corpi oggettificati, nei film, nella pubblicità, in televisione e di essere considerate solo in quanto corpo. Siamo stanche di non poter avere una nostra identità se non associata a un uomo. Perché è questo quello che la televisione  e il cinema ci hanno insegnato: una donna ha valore solo se un uomo la guarda. Una donna può acquisire una buona posizione lavorativa solo se se la fa con il capo. Una donna è donna solo se ha accanto un bravo uomo da sposare e con cui fare figli. Che siamo fragili creature da proteggere e da salvare.

Essere donna in un mondo fatto per gli uomini significa pagare i prodotti femminili, compresi quelli per radersi, al doppio del prezzo, gli stessi prodotti che gli uomini negli anni ci hanno convinto ad usare per apparire più belle. O pagare l'iva sugli assorbenti perché sanguinare incontrollatamente è considerato un bene di lusso, ma una grattugiata di tartufo non lo è. 

Essere donna in un mondo di uomini significa sentirsi continuamente in difetto. Sentirsi in difetto per come appare il nostro corpo, sentirsi in difetto se per un giorno non siamo state educate e gentili, sentirsi in difetto se si è madre, sentirsi in difetto se si sceglie di non fare figli. Sentirsi in difetto in luoghi pubblici per come si è vestite, perché "ci sarà sempre qualcuna più bella di me" oppure perché si ha attirato le attenzioni sbagliate e inopportune di un uomo. E poi entra quel senso di colpa e quella competizione in cui siamo investite. Ci sentiamo come se tutto fosse una gara, a chi è più bella, a chi è più magra, a chi ha avuto più relazioni, a chi si sposa prima, a chi riesce a trovare una buona posizione lavorativa. 

Che il mondo non fosse stato creato per donne lo abbiamo capito quando abbiamo imparato come tenere le chiavi in mano tornando a casa. Lo abbiamo capito quando ci dicono di stare attente, sapendo già a chi. Lo abbiamo capito quando abbiamo subito la nostra prima molestia verbale, forse ancora troppo piccole per capirne il significato. 

Essere donna in un mondo per uomini significa 120 femminicidi in un solo anno. 

Che il mondo sia stato creato per gli uomini lo abbiamo capito. Lo abbiamo capito, ma non lo accettiamo più. Essere donna vuol dire avere una voce e avere il dovere di urlare a questo mondo che anche noi esistiamo e abbiamo diritto di essere viste anche attraverso il nostro sguardo, le nostre idee e le nostre scelte. Che valiamo come donne solo in quanto donne. 


Commenti

  1. L'articolo di cui avevamo bisogno per questo 8 marzo per ricordare che non c'è nulla da festeggiare ma dobbiamo rivendicare il nostro diritto di esistere. Grazie per averlo scritto.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Gli Innamorati di Carlo Goldoni

Pensieri Confusi in una Sera d'Inverno