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Consiglio di Scrittura n° 2: Come Ridurre un Testo

 Uno degli incubi di tutti gli scrittori è senza dubbio la revisione . Siamo talmente tanto dentro il testo che facciamo fatica a lasciarlo andare e ad accorgerci degli errori, dei refusi e delle incoerenze tra una pagina e l'altra.  Ma forse c'è qualcosa di ben peggiore della revisione e dell'editing in sé: dover tagliare un testo. Perché sì a volte può capitare di dover rispettare dei limiti di caratteri o pagine e il nostro testo li supera di gran lunga. E allora quello è il momento in cui ci mettiamo le mani nei capelli e probabilmente piangiamo.  Il nostro testo al quale siamo affezionati deve essere tagliato e ridotto. Il nostro testo che abbiamo scritto di getto alle due di notte o per il quale abbiamo speso giorni e giorni fissando una pagina bianca in attesa di un barlume di idea. Il nostro testo a cui siamo tanto affezionati e per cui abbiamo scelto meticolosamente ogni parola deve subire modifiche ed essere accorciato.  Ci sono però dei piccoli trucchetti per ri

Essere Donna in un Mondo fatto per Uomini

 Quello che sto per dire, potrebbe non suonare come la scoperta del secolo. Questo mondo non è fatto per le donne. E ogni donna esistente lo ha capito dall'età di otto anni, se non prima, imparandolo sulla propria pelle.  Che il mondo non fosse stato creato per le donne, lo abbiamo capito anche da chi ha creato il mondo. Ipotizzando che Dio abbia davvero creato tutto questo, l'immaginario comune di Dio è sempre rappresentato da un uomo, nonostante ci abbiamo insegnato che Dio non ha un volto, ma nessuno (o pochissime persone) si è mai immaginato Dio come donna. Figuriamoci se una donna sia in grado di creare tutto questo. La donna sa fare mille cose alla volta, ma solo se rimane tra le mura domestiche, non può essere che possa creare il mondo in sei giorni. Troppa gloria.  Un mondo scritto da uomini per gli uomini. Che il mondo non fosse stato creato per le donne lo abbiamo capito quando dall'alba dei tempi ci dicono che il nostro compito è stare a casa a cucinare, ma i gra

I libri della mia Infanzia

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 Devo ammetterlo. Da bambina non ero una grande lettrice. Anzi, odiavo leggere, lo vedevo come un obbligo: alle elementari, durante i mesi scolastici, le maestre mi obbligavano a leggere con le solite scuse che le maestre usano "leggere fa bene" "ti rende più intelligente" "ti aiuta ad avere un vocabolario più ampio", il che a ripensarci adesso non era poi così sbagliato, solo che per me non aveva assolutamente senso; durante l'estate invece era mia madre che mi costringeva a leggere: siccome ero troppo veloce nel finire i compiti delle vacanze estive, mia madre mi obbligava a leggere dei libri come "compiti extra" perché secondo lei poi non arrivavo preparata all'anno successivo.  Odiavo leggere, ma allo stesso tempo era bello leggere. Nuovi mondi, nuove storie. Era un modo come un altro per stimolare la mia creatività e la mia fantasia. Tra obblighi e non obblighi ricordo di aver letto tanti libri e di tanti generi differenti.  Solo tre

Pensieri Confusi in una Sera d'Inverno

 Credo che questo sia il post più difficile da scrivere (e da pubblicare). Un post che mi mette completamente a nudo e vuole essere più di un semplice resoconto di quello che mi è successo in questi mesi. E non ha neanche la pretesa di essere un post compassionevole o di vittimismo o un post commuovente o che vuole dare un messaggio.  è solo un post per me, per sfogarmi, per mettere in ordine le idee e i pensieri nella speranza che possa essere un nuovo inizio. Perché sento che il fatto di non raccontarlo mi stia bloccando. Sento l'esigenza di raccontalo, forse perché lasciare liberi i pensieri al mondo in qualche modo li alleggerisce del loro peso e li rende meno difficili da trasportare da sola. Gli ultimi mesi per me sono stati come una scossa, un terremoto che fa tremare la terra sotto i piedi e ti toglie il fiato.  Tutto è iniziato questa estate, quando il lavoro ha cominciato ad andare male. In realtà è stato l'apice di una serie di comportamenti all'interno dell'

Esplorare le Emozioni attraverso la Fotografia

 Ho sviluppato la passione per la fotografia tardi. Sì, tardi per quelli che dicono che le passioni si sviluppano da piccoli, o tardi per quelli a cui è stata regalata una macchina fotografica all'età di quattordici anni, magari per un'occasione importante. Per me invece era semplicemente il momento giusto. Era il momento in cui avevo bisogno di altri stimoli creativi. Era il momento in cui volevo scoprire la bellezza delle persone, dei volti. In cui ho incominciato ad interessarmi ai dettagli e capire che contano anche le piccole cose.  Quando ho iniziato a fotografare non sapevo assolutamente nulla di fotografia, di luce, di esposizione e di tutte quelle tecniche che stanno dietro ai fotografi professionisti. Avevo la mia macchina nuova e questo mi bastava. La portavo ovunque nelle occasioni importanti, nonostante il peso che aveva, sempre al collo, sempre pronta a scattare.  Il primo viaggio lo fece a Vienna e Budapest in quinta superiore. Ero talmente ossessionata dal mio g

Ora mi vedi, fratello?

  La mia penna ha smesso di funzionare o forse il mio cervello è troppo stanco per pensare.  Anzi no, è la mia anima che ha smesso di crederci. Non crede più al futuro di questa passione e pian piano la sta uccidendo. Così anche il cuore comincia a essere stanco dei continui fallimenti e ha smesso di provare a scrivere qualcosa. Le storie che creo, promettono sempre bene, o almeno l'inizio è molto soddisfacente, le parole escono una dopo l'altra senza che ne abbia davvero il controllo. L'ultimo racconto che ho scritto iniziava così: “C'era un tempo in cui i supereroi erano costantemente presenti nel perfetto funzionamento dell'umanità. Loro salvavano le persone, ed erano ben visti dalla gente, che li ricopriva di gratitudine e di amore. Questi personaggi misteriosi si aggiravano per le strade delle grandi e piccole città, cercano di salvare chi era in pericolo. Ma in una società, dove tutti ormai credevano di non aver bisogno di qualcuno che li potesse salvare, i su

Gli Innamorati di Carlo Goldoni

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Giugno è arrivato e con esso anche il periodo dei saggi di fine anno. C'è sempre un grande fermento primo dello spettacolo. Nelle settimane prima si comincia a cercare abiti, scarpe accessori che rendano il tutto ancora più bello e speciale. Si pensa al trucco, ai capelli, ai gioielli e tutto deve essere curato nel minimo dettaglio. E quando finalmente il sipario si apre ecco che la magia e il divertimento vanno in scena.  Ma uno spettacolo di fine anno non è mai solo uno spettacolo di fine anno. Uno spettacolo è un percorso che si inizia a preparare mesi prima. Si parte dalla scelta del testo. Una scelta che ho avuto la fortuna di fare in modo unitario con il gruppo, una scelta voluta da tutti.  E una volta scelto il testo, si comincia a studiare. La memoria è la parte più semplice: una serie di parole sempre uguali da sapere "come il padre nostro" per citare la mia insegnante. La parte più complessa arriva quando si entra davvero nel testo e si cercano di capire le inte